Un documento dell'Istituto analizza nel dettaglio i punti chiave della Direttiva (UE) 2023/2668: limiti di esposizione drasticamente ridotti, obblighi di verifica pre-cantiere e una formazione più stringente per la tutela dei lavoratori.
L'Unione Europea ha varato la nuova Direttiva 2023/2668 per rafforzare la protezione dei lavoratori contro i rischi legati all'esposizione all'amianto. Questo aggiornamento normativo, che l'Italia dovrà recepire entro il 21 dicembre 2025, introduce cambiamenti sostanziali rispetto all'attuale D.Lgs. 81/08, con l'obiettivo di allineare le tutele alle più recenti evidenze scientifiche e tecnologiche.
A fare luce sulle importanti novità è l'INAIL, che ha pubblicato un documento di approfondimento dal titolo "LA DIRETTIVA EUROPEA 2023/2668: CONTENUTI E NOVITÀ SULLA TUTELA DEI LAVORATORI ESPOSTI AD AMIANTO", analizzando punto per punto gli impatti della nuova normativa.
La nuova direttiva si distingue per un approccio più rigoroso e per l'introduzione di misure preventive rafforzate1. Di seguito i punti più significativi.
Uno dei cambiamenti più importanti è la notevole riduzione del limite di esposizione professionale (OEL - Occupational Exposure Limit). Il limite attuale di 0,1 fibre per centimetro cubo ($f/cm^3$) verrà inizialmente abbassato a 0,01 $f/cm^3$, un valore dieci volte inferiore2.
È previsto inoltre un periodo di transizione massimo di sei anni, al termine del quale gli Stati membri dovranno adottare metodologie di analisi più sensibili basate sulla microscopia elettronica. A quel punto, il limite sarà ulteriormente ridotto a3:
Viene introdotto un obbligo cruciale per i datori di lavoro: prima di avviare qualsiasi attività di manutenzione, ristrutturazione o demolizione di edifici costruiti prima del bando nazionale sull'amianto, sarà necessario acquisire informazioni sulla presenza certa o potenziale di amianto6. Se le informazioni non sono disponibili, il datore di lavoro dovrà far eseguire un'indagine da un "operatore qualificato"7.
La direttiva estende il suo campo di applicazione a tutte le attività lavorative in cui i lavoratori possono essere esposti a polvere di amianto8. Questo include non solo la bonifica, ma anche l'edilizia (costruzione, ristrutturazione, demolizione), la gestione dei rifiuti, le attività estrattive e la lotta antincendio9.
Per la prima volta, la normativa europea riconosce formalmente tre tipi di esposizione all'amianto, ampliando la platea dei soggetti da tutelare10101010:
La direttiva stabilisce requisiti minimi più dettagliati per la formazione obbligatoria dei lavoratori14. I corsi dovranno essere tenuti da formatori qualificati e al termine dovrà essere rilasciato un certificato che attesti data, durata, contenuti e i recapiti dell'ente formatore15151515. La formazione dovrà inoltre essere adeguata alle specifiche mansioni e al contesto lavorativo16.
L'entrata in vigore di questa direttiva comporterà per le aziende del settore un necessario adeguamento delle procedure di sicurezza e una nuova valutazione dei rischi. Sarà fondamentale:
In conclusione, la Direttiva 2023/2668 segna un passo decisivo verso l'obiettivo "zero amianto", imponendo standard più elevati a tutela della salute dei lavoratori e, di riflesso, della salute pubblica, con impatti significativi sull'intero settore delle bonifiche e dell'edilizia.


