Entrata in vigore la Direttiva (UE) 2025/1892, che introduce la Responsabilità Estesa del Produttore (EPR) per l'industria della moda e fissa obiettivi vincolanti contro lo spreco alimentare.
Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale il 26 settembre 2025, l'Unione Europea ha compiuto un passo decisivo per accelerare la transizione verso un'economia circolare. La nuova Direttiva (UE) 2025/1892, che modifica la Direttiva Quadro sui Rifiuti, mette nel mirino due delle filiere con il maggiore impatto ambientale, introducendo obblighi concreti per produttori e Stati membri. Le nuove regole dovranno essere recepite a livello nazionale entro il 17 giugno 2027.
Ecco le novità più importanti.
La novità più dirompente è l'istituzione di un regime obbligatorio di Responsabilità Estesa del Produttore (EPR) per i prodotti tessili, di abbigliamento e per le calzature. A partire dal 17 aprile 2028, i produttori (inclusi importatori e piattaforme di e-commerce) che immettono questi beni sul mercato UE saranno legalmente ed economicamente responsabili della loro gestione a fine vita.
In concreto, i produttori dovranno:
L'obiettivo è creare un mercato per la raccolta e il riciclo dei tessili, che oggi rappresentano una delle frazioni di rifiuto meno valorizzate, con meno dell'1% del materiale riciclato in nuovi prodotti a livello globale.
La seconda colonna portante della direttiva è la lotta allo spreco alimentare. Per la prima volta, vengono introdotti obiettivi di riduzione legalmente vincolanti per gli Stati membri, da raggiungere entro il 31 dicembre 2030:
Questi obiettivi saranno calcolati rispetto alla quantità media di rifiuti prodotta annualmente tra il 2021 e il 2023. La Commissione Europea valuterà i progressi entro la fine del 2027 e potrà proporre target ancora più ambiziosi per il 2035. Gli Stati membri dovranno inoltre adottare misure concrete per facilitare la donazione di cibo e promuovere la cooperazione tra tutti gli attori della filiera per prevenire le inefficienze.
La Direttiva 2025/1892 non è un semplice aggiornamento normativo, ma un segnale strategico che richiederà un profondo ripensamento dei modelli di business.
In entrambi i casi, la direttiva accelera la transizione da un modello lineare "produci-usa-getta" a un'economia in cui la responsabilità del prodotto si estende per tutto il suo ciclo di vita.


